Dallo scorso dicembre Giovanni Scacchetti fa parte dello staff tecnico dell’Accademia gialloblù. Giovanni ricopre il ruolo di maestro della tecnica per le categorie Esordienti 2009 e Pulcini 2010 e 2011. La sua funzione consiste nel prendere a gruppi più ragazzi e insegnargli i fondamentali del calcio: stop e ricezione, conduzione, passaggio, posizionamento del piede di appoggio ecc.
Da dove nasce l’esigenza di avere un maestro della tecnica?
“Essendoci molti bambini all’interno di una singola annata, dò un supporto agli allenatori che, dovendo gestire l’intera rosa, non sempre riescono ad osservare attentamente ogni singolo giocatore. Non sarebbe possibile allenare 40/50 ragazzini tutti insieme, le basi di questo sport sono molto importanti e imprescindibili”.
Nella scuola calcio quanto è importante la tecnica di base?
È fondamentale. Grazie ad essa migliori il piede debole, prendi più sicurezza con quello forte, impari il dribbling, inizi ad avere un rapporto con la palla tra le gambe e, più accresci la sensibilità con il pallone, meno lavoro si dovrà fare in futuro per colmare un eventuale gap avuto in passato. Ora anche il ruolo del portiere deve avere una buona tecnica di base, per cui anche agli estremi difensori proponiamo le stesse esercitazioni dei compagni di movimento”.
Nel calcio in generale, ora la parte tecnica viene messa in secondo piano per approfondire la tattica?
“Per i piccoli dell’attività di base questo principio non esiste. La tattica si inizierà a trattare più avanti nelle squadre più grandi del settore giovanile probabilmente, Allievi Under 17 o Primavera. Il calcio moderno è praticamente tutto tattico aimè; si dedicano forse troppe sedute a quest’aspetto. La parte tecnica non deve mai essere accantonata; il nostro cervello ha sempre bisogno di essere allenato, quindi anche il gesto tecnico va ripassato anche se si pensa di essere arrivati all’apice; la prerogativa è cercare di migliorarsi sempre”.
Per te cosa significa far parte dell’Accademia Modena?
“Avendo sempre allenato giovani di 15/16 anni avevo timore di non essere adatto per i bimbi; invece mi sbagliavo. Ho trovato un ottimo gruppo di istruttori con passione e voglia di insegnare, e sono molto contento di rapportarmi con i piccoli della scuola calcio. La soddisfazione più grande è vederli eseguire un gesto tecnico in un certo modo, dopo essersi impegnati molto per attuarlo”. (e.p.)